“Lee and Me”: il documentario di Garilli, in uscita su Prime, esplora le radici della violenza sulle donne

Da un lato Lee Miller, icona di stile e indipendenza femminile, dall’altro un detenuto che ha commesso un crimine di violenza: il dialogo tra loro apre una finestra sul futuro

Raccontare un abuso subìto o perpetrato, anche a distanza di anni, è oggi un modo essenziale e diretto per aprire un dialogo che coinvolga le persone e le renda parte attiva di un processo di riflessione e cambiamento: il tema è quello della violenza sulle donne e il mezzo è quello potente e suggestivo del documentario.

Scritto e diretto da Alessandro Garilli, “Lee and Me” sarà lanciato sulla piattaforma Prime Video in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, che ricorre il 25 novembre, e resterà disponibile per un anno intero.

Il documentario affronta un argomento di stretta attualità viaggiando però nel tempo tra due storie distanti fra loro ma accomunate da dolore e sofferenza. Reso più delicato attraverso l’utilizzo del graphic novel in bianco e nero, coi disegni di Michele e Federico Penco, l’intenso scambio narrativo al centro del documentario alterna il racconto dell’americana ElizabethLeeMiller, nota modella, fotografa e fotoreporter del Novecento che a soli sette anni subì una violenza sessuale, e di un uomo, il kosovaro Sami, che invece ha commesso un abuso del quale si è pentito.

Nella prima parte, sono Sami e altri sei sex offender (tuttora tutti in regime di detenzione) a narrare la vita della musa americana: Lee Miller si è infatti affermata come simbolo femminile di indipendenza ed emancipazione, passando dall’essere una modella e icona di stile ad una fotografa e reporter di guerra. La sua storia, privata e professionale, è così ampia da poter riempire più vite, eppure dietro la facciata e le conquiste rimane una violenza subìta che le ha lasciato il segno perenne della gonorrea.

Le prove e le riprese di questa prima frazione del documentario sono state realizzate esclusivamente all’interno della prigione e sono frutto degli incontri avvenuti tra il regista e i narratori, sempre in presenza della psicologa e psicoterapeuta operante nella casa circondariale.

Nella seconda parte, invece, i ruoli si scambiano ed è la stessa Lee, interpretata dall’attrice Alice La Manna, a raccontare la storia di Sami.

Raccontare la vita di una persona – specifica il regista Alessandro Garilli – richiede al narratore stesso un ascolto e l’essere disposti ad ascoltare è il punto di partenza per un dialogo. A ben vedere, dunque, Lee and Me è un dialogo, non solo fra carnefice e vittima, ma, in senso più generale, fra uomo e donna; tale dialogo (che supera la barriera temporale) si sviluppa con un duplice intento: da un lato favorire la redenzione di chi ha commesso un errore e dall’altro fornire alla vittima la possibilità di non sentirsi più un mero oggetto, ma di essere presa (finalmente) in considerazione come essere umano violato.

Ciò è quanto si propone di fare oggi la giustizia riparativa, che considera il crimine, non solo come il superamento di una norma, ma principalmente come una violazione delle persone e delle relazioni interpersonali. L’idea alla base della scrittura del film parte, dunque, dal presupposto che per iniziare a scardinare l’orrenda ‘cultura dello stupro’ è necessario mostrare uomini che, pur essendosi macchiati di violenza nei confronti di donne, abbiano maturato un reale pentimento e siano pronti a svelarlo.

Durante tutto l’arco del documentario, le vicende di Lee Miller e di Sami sono attraversate dai commenti di Maria Rita Parsi (nota psicoterapeuta, docente, saggista e scrittrice) che affronta i vari temi portando il pubblico nella mente di una bambina (o un bambino) che subisce un abuso e nell’animo di chi invece, “vampirizza una vita”, compiendo violenza sessuale.

Ad impreziosire il progetto le interviste della Dott.ssa Cristina Matranga Direttore Generale ASL Roma 4, la Dott.ssa Fabiola Elia Esperto Ex Art. 80, Psicologa e Psicoterapeuta, la Prof.ssa Lucia Lolli Dirigente Liceo Vian di Bracciano e il Criminologo Forense Investigatore Dott. Gianluca Di Pietrantonio.

Lee and Me è distribuito da Minerva Pictures, prodotto da Angelika Vision in collaborazione con Tutto per Amore Ugo Giorgio Bademer Onlus e Fondazione Conad, con il contributo del MIC.

Opera realizzata con il sostegno della Regione Lazio Fondo Regionale per il Cinema e L’Audiovisivo in collaborazione con Associazione Culturale L’Agone Nuovo e ICTA.

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