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Fotografia, arti visive e talk raccontano il cibo come nutrimento dell’anima: prosegue la 2° edizione di Yeast Photo Festival

Rituale quotidiano, aggregatore sociale, oggetto di consumo: comunque lo si voglia vedere, il cibo rappresenta un filo che unisce la vita dalla nascita alla morte. Yeast Photo Festival lo ha reso un evento diffuso tra 14 mostre, talk con Premi Nobel e noti chef tra Matino e Lecce. Ne abbiamo parlato con Frank Sabato, co-director.

Il cibo alimenta, nutre, soddisfa, comunica. Lo fa in modi che a volte neanche percepiamo, come il “comfort food” in una giornata grigia o la convivialità di un pasto in famiglia o tra amici. Lo fa attraverso la bellezza di un’estetica del piatto contemporanea e di tendenza, ma lo fa più spesso con una porzione abbondante e familiare a casa della nonna. Momenti che restano impressi nella nostra memoria, che elevano il cibo a non mero nutrimento del corpo, bensì del cuore, della mente, dell’anima.

Soulfoodcibo dell’anima – , questa è infatti la declinazione che il festival fotografico Yeast ha fatto propria quest’anno, dal 29 settembre al 12 novembre, con una rassegna tra Matino e Lecce giunta alla seconda edizione e organizzata dalle associazioni culturali Besafe e Onthemove.

Il mio personale soulfood è il cambiamento – racconta Frank Sabato di Besafe – è il cambiamento continuo la benzina che fa muovere il motore della mia anima, scoprire cose nuove, viaggiare, impegnarmi

L’impegno, difatti, è sotto gli occhi di tutti: un festival di fotografia in espansione nato con la direzione di Flavio & Frank e Veronica Nicolardi, e la curatela artistica di Edda Fahrenhorst, la manifestazione unisce fotografia, talk, cibo e arti visive, proponendo una riflessione che scaturisce dal tema cardine “Food is identity” e abbracciando un’intera comunità, quella di Matino, che dalla scorsa edizione vive il festival intensamente, quest’anno affacciandosi anche a Lecce. E il prossimo anno chissà, ci lasceremo sorprendere ancora una volta.

Quando abbiamo iniziato a pensare ad un festival di fotografia ci siamo subito detti: qual è il festival più importante di fotografia in Italia e a livello internazionale? E ci siamo subito risposti: ovviamente il Cortona On The Move! Così, siamo andati ad incontrare gli organizzatori e abbiamo dato il via a una collaborazione che ha portato già alla seconda edizione di Yeast. Stesso discorso anche per la direttrice artistica. Non volevamo improvvisarci, Flavio ed io siamo fotografi ma non curatori, nella fattispecie, di mostre e quindi l’intenzione è stata subito quella di affidarci ad una persona altamente competente come Edda Fahrenhorst, curatrice di svariati progetti settoriali di fotografia e dunque la persona giusta per portare quel reale respiro di internazionalità che volevamo e tanta professionalità,

aggiunge Sabato. Il festival, infatti, raccoglie 13 mostre e 1 collettiva, tra prime assolute italiane ed europee, oltre a tutti gli eventi collaterali: progetti che spaziano dalla fotografia ad altri multimedia per contribuire alle riflessioni contemporanee sullo stato dell’umanità e del nostro pianeta, partendo dal cibo, rituale quotidiano, oggetto di consumo, elemento simbolico, legame culturale, aggregatore sociale e molto, molto altro.

Niall McDiarmid, Mario Wezel, Lars Borges & Luzie Kurth, Alain Schroeder, Henry Hargreaves, Dougie Wallace, Tereza Jobová, Matthieu Nicol, Elena Subach, Lys Arango, Olaf Breuning, tra gli artisti che hanno esposto le loro opere e poi la “chicca” del popolare chef Alessandro Borghese che ha lasciato senza parole la gremita piazza San Giorgio di Matino lo scorso 30 settembre nell’incontro con il Premio Nobel per la pace Riccardo Valentini. “Il clima entra nel piatto”, un talk, questo, di grande spessore incentrato sulle conseguenze delle nostre scelte a tavola sul cambiamento climatico:

Portare il Premio Nobel per la Pace a dialogo con uno chef così popolare mediaticamente è stata una delle scommesse che abbiamo vinto perché la piazza di Matino era affollata di persone che non si staccavano dalla sedia, rapite da un confronto davvero alto e interessante, di pubblica utilità e interesse ma anche difficile da veicolare, e noi siamo fieri di averlo fatto in questo modo, attraverso i canali giusti e portando ad una riflessione sulla sostenibilità che è un po’ quello che abbiamo voluto trasmettere in ogni piccolo dettaglio del festival. Abbiamo infatti cercato di renderlo quanto più sostenibile possibile, dai materiali alla mappa delle fontanine fino all’adozione di 22 alberi di ulivo dedicati a ogni artista di Yeast e cercheremo di renderlo sempre più green anche il prossimo anno. Piccole cose che speriamo possano avvicinare davvero a concetti come sostenibilità ambientale, riuso, e che possano cambiare anche un po’ la mentalità in tal senso

, aggiunge il noto fotografo e co-director.

L’approccio di Yeast Festival accoglie la sostenibilità promuovendo anche il territorio in un periodo di cosiddetta “destagionalizzazione”. Se ne parla tantissimo, ma poi, dove sono gli eventi a novembre? Eccolo qui, un festival inaugurato con grande successo di pubblico il 29 settembre e che continua, giorno dopo giorno, a veicolare turisti che dalla Valle d’Itria decidono di arrivare a Matino e a Lecce per ammirare, tra le altre, “The Last Supper”, collettiva commissionata dal festival a 6 tra i fotografi più autorevoli del panorama contemporaneo (Paolo Woods, Gabriele Galimberti, Cortis & Sonderegger, Moira Ricci, Damaris Betancourt, Jan von Holleben, Johanna Maria Fritz) che reinterpreta l’iconografia della cena più celebre al mondo tra AI e attualità, per un progetto originale in partnership con Fotofestival Lenzburg (Palazzo Marchesi del Tufo, Matino, e ancora “Breakfast”, lavoro realizzato nell’arco di 4 anni dallo scozzese Niall McDiarmid, che osserva il semplice rituale quotidiano della colazione (Palazzo Marchesi del Tufo, Matino); “Ordinary Pleasures”, della ricercatrice visiva con base a New York Maria Giovanna Giugliano, un’analisi del legame viscerale che si stabilisce tra la natura e le persone attraverso il cibo; e tutte le altre mostre da non perdere.

Infine, il festival chiuderà i battenti (ma solo per quest’anno) l’11 novembre con un evento/concerto in collaborazione con il Locomotive Jazz Festival, l’incontro tra il sax di Raffaele Casarano e la meravigliosa voce di Nina Zilli, un finissage show alle ore 21 in piazza San Giorgio a Matino.

Una fitta rete di collaborazioni, talk, mostre ed eventi collaterali sul tema del cibo come nutrimento non solo del corpo, ma anche dell’anima, tra consolazione, vicinanza, passione, forza e amore in ogni attimo delle nostre vite. Contenuti forti, intimi e collettivi assieme, scandiscono un festival che, solo alla sua seconda edizione, ha già fatto parlare di sé in ambito nazionale portando alla ribalta anche il piccolo e operoso Comune di Matino ma, soprattutto, l’energia di grandi professionisti che vogliono bene alla propria terra con la T minuscola e maiuscola, provando ad estendere piccole buone pratiche dal vicino al lontano poiché oggi l’intero Pianeta è la nostra casa da difendere e il cibo, in questo, può essere uno strumento di svolta.

Tutti gli eventi e le mostre sono consultabili nel dettaglio su: https://www.yeastphotofestival.it

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